Giovanni Paneroni
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Toggle“La Terra non gira, o bestie!”
Il mondo è indubbiamente bello, perché è vario!
Milano è storia, arte, cultura, ma anche musica, folclore e bizzarria. Quanto segue, sembra davvero essere al limite della credibilità, eppure tutte le fonti consultate concordano, trattarsi di una storia assolutamente vera!!!
Certamente l’esclamazione “o bestie”, nel titolo di questo paragrafo, è già di per sé, il biglietto da visita più che eloquente, del soggetto di cui mi accingo a scrivere. Quanto poi alla frase completa, questa era l’alta considerazione che il medesimo soggetto, aveva degli ‘studiati’, cioè di tutti coloro che, avendo un minimo di cultura, si rifiutavano di ascoltare le sue esternazioni farneticanti!
Le cronache riferiscono che Giovanni Paneroni, questo era il nome del ‘soggetto’, fosse un elemento piuttosto ‘originale’, e sicuramente per questo, molto noto in città.
I suoi primi anni
Giovanni Paneroni era nato a Rudiano (BS), il 23 gennaio 1871, da una famiglia di ambulanti che vendeva frutta e verdura al Verziere.
Alla fine delle elementari, essendo il più intelligente dei fratelli, i genitori l’avevano iscritto al seminario di Bergamo per farlo diventare prete, ma a quanto pare, frequentò quell’istituto per due soli anni.
Dovendo poi aiutare la famiglia, fu assunto come garzone di bottega, in una pasticceria.
L’interesse per l’astronomia
Sembra che, nei due anni passati in seminario, il ragazzino avesse iniziato a coltivare una certa curiosità per i fenomeni astronomici, mondo indubbiamente affascinante che , sappiamo tutti, ha catturato per millenni, l’attenzione degli antichi. E’ naturale quindi che, anche dopo i suoi due anni di seminario, lui continuasse a ‘sognare’ gli astri e i loro movimenti. Ovviamente, non avendo avuto possibilità di proseguire gli studi per approfondire meglio gli argomenti che gli stavano più a cuore, cominciò, con l’aiuto dell’osservazione, del suo ragionamento, e delle pochissime nozioni imparate a scuola, a fare tutta una serie di deduzioni, creandosi dei convincimenti non sempre corretti.
Come un gelataio diventa astronomo …
Era già sposato e pure diventato padre, quando, nel 1895, nella sua Rudiano, decise di mettersi in proprio a fare gelati, che nessuno nel suo paese e dintorni, ancora conosceva.
Furono proprio i gelati, incredibilmente, ad avviarlo alla sua “carriera di astronomo”.
Naturalmente, per fare i gelati, e tenerli al fresco, aveva bisogno del ghiaccio a barre, che non riusciva a trovare in zona. Per cui, due o tre sera alla settimana, col suo fidato ronzino e carrettino ‘ghiacciaia’ al seguito, andava a prenderlo nientemeno che a Brescia, percorrendo fra andata e ritorno, circa un’ ottantina di chilometri. Il viaggio era lungo e rientrava a casa a notte fonda, se non addirittura di primo mattino. Andando in giro, per le stradine di campagna di notte, si divertiva ad osservare gli spostamenti della Luna sotto il cielo stellato. Si chiese se, per caso, le cose stessero davvero come gliele avevano raccontate in seminario. E sospettò che qualcuno non gliela avesse raccontata giusta!. Rimugina oggi e rimugina domani, decise di approfondire. Effettivamente gli avevano insegnato che la Terra e la Luna girano insieme attorno al Sole, ma lui ora constatava che la Terra era ben ferma sotto i suoi piedi, mentre la Luna, effettivamente si spostava!
I gelati, erano anche il mezzo che gli consentiva di procurarsi numerosi proseliti fra i bambini in età prescolare, non ancora “infettati dalle fuorvianto teorie” di Galileo e di Copernico, “tutte idiozie”, diceva lui, che insegnano a scuola. I ragazzini, quando lo vedevano arrivare, accorrevano a frotte presso il suo carrettino, col soldino in mano. Lui, mentre preparava loro il gelato, li catechizzava con le sue scoperte in campo astronomico, trovando naturalmente terreno fertile. Poi, non contento, li interrogava pure, per verificare se avevano ben compreso la lezione … “La Terra è piatta”, ripeteva con convinzione, “ed anche infinita e ferma. Il sole le gira intorno ma non sorge e non tramonta mai e descrive una spirale continua e concentrica al polo nord, che si trova al centro della Terra”. E quanto al nostro satellite, “La Luna invece è più piccola, e siccome è anche più pigra del Sole nel giro di ventiquattr’ore viene raggiunta e superata, e così sono spiegate le fasi lunari e le eclissi”‘
Sempre i gelati furono la causa, ad esempio, dei suoi ‘approfonditi’ studi sulle ombre, avendo notato che nel periodo a cavallo del solstizio di giugno, gli risultava quasi impossibile, ad ora di pranzo, riuscire a trovare un posto ombreggiato, che non fosse sotto le fronde di un albero, ove poter parcheggiare il suo carretto dei gelati, che, naturalmente, non poteva sostare sotto il sole cocente!
Il ‘genio’
Questa mania per l’astronomia, col tempo era finita col diventare un’ossessione, un’autentica malattia. Esternando le sue scoperte, ovviamente incontrava resistenze, non essendo tutti d’accordo con lui e le sue teorie. Si era autoconvinto di essere un genio incompreso!
La presunzione, l’immodestia e la determinazione, il tutto condito da tantissima insipienza, sono una miscela esplosiva che, se non assecondata, in soggetti mentalmente fragili, può portare addirittura alla follia. La sua idea, di voler a tutti i costi far conoscere al mondo intero, le sue tesi basate sul nulla, in netta antitesi con quelle verità universalmente riconosciute, e dimostrate dal mondo scientifico, rappresenta, già di per sé, una manifestazione di follia, dettata da profonda ignoranza e tanta sprovvedutezza.
Proprio perchè si sentiva uno “scienziato”, contava presentare le sue teorie a simposi e conferenze di astronomi a livello internazionale, sicuro di riuscire a confutare con le sue idee geniali, “le stupidissime teorie” di Galileo e di Copernico!
Fedele alle sue convinzioni, investì quasi tutti i suoi risparmi, nella preparazione di grandi carte geografico-astronomiche fatte da lui stesso con simboli strani di sua invenzione. Le fece stampare in quantità, oltre ovviamente a manifesti in migliaia di copie. Spendendo una fortuna, si procurò persino, una lanterna magica (una sorta di proiettore di slides) e un certo numero di lastre (slides), per le sue presentazioni. Con tutto questo materiale, l’«astronomo dilettante» , ormai quarantottenne, partì speranzoso, alla conquista della notorietà nella metropoli lombarda.
La Grande Guerra era finita da poco …. A Milano, non ebbe difficoltà a farsi notare immediatamente per le sue stranezze, al punto che se ne occupò persino la stampa locale …. Evidentemente sfaccendato, nelle giornate serene, amava sedersi per ore, tutto solo su una delle panchine intorno alla fontana della centralissima piazza Fontana, a guardare il sole, e all’imbrunire, a rimirar le stelle. Questo non sarebbe certo motivo di nota se non per la sua abitudine, mentre osservava il cielo, a ragionare da solo ad alta voce rendendo edotti persino i colombi sulle sue considerazioni siderali … Un soggetto, decisamente originale, che oggi sicuramente verrebbe bollato per “matto”, ma solo cento anni fa evidentemente non lo consideravano tale … Sicuramente altri sfaccendati come lui, e diversi curiosi, si fermavano in piedi ad ascoltarlo, come rapiti da tale esternazione di cultura.
[n.p.- Fino alla prima guerra mondiale, le statistiche riportano che oltre il 50% della popolazione milanese, era ancora totalmente analfabeta.]
Lo ‘scienziato’
Si era negli anni venti, agli albori del fascismo. Giovanni Paneroni, con i suoi capelli arruffati e gli occhialini da intellettuale, era uno che sapeva vendersi molto bene dando l’impressione di essere uno studioso. Agli occhi di questa gente non scolarizzata, lui era da tutti visto come lo “scienziato“.
L’astronomo, ‘terrapiattista’ convinto
Del resto quell’appellativo non gli dispiaceva affatto … Lo confermava lui stesso …. Nonostante fosse un autodidatta nel campo dell’astrologia, per giunta “con poche idee e ben confuse”, si qualificava, a chi glielo chiedeva, come astronomo di professione. In pratica, la sua teoria sul movimento degli astri, assolutamente personale ed originalissima, era in totale contrasto con le scoperte di Galileo e di Copernico.
Indubbiamente la libertà di pensiero è sacrosanta, tuttavia certe conclusioni, se non corroborate da prove convincenti, lasciano il tempo che trovano. E da qui, a pretendere pure di convincere l’Italia tutta, se non addirittura il mondo intero, che il suo pensiero era il “Verbo”, e l’insistere col dire, che tutti coloro che non intendevano accettare le sue teorie, erano dei ‘fessi’, ce ne corre!
Lui faceva molta presa sul pubblico, perchè si dimostrava assolutamente convinto di quanto diceva e i passanti ignoranti, incuriositi da tanto sapere e da tanta conoscenza, si soffermavano spesso ad ascoltare affascinati, le sue elucubrazioni, molto spesso astruse. Come sempre accade, il “diverso” attira sempre! Nel giro di poco, si formò intorno a lui un gruppo di “aficionados”, sempre più numeroso e attento ai suoi discorsi.
Pesanti apprezzamenti per Galilei
E a sentirlo scagliarsi, così convinto ed arrabbiato, contro le osservazioni, errate a suo dire, sul fatto che la Terra fosse rotonda o che il Sole fosse immobile, tanti ignoranti finirono per crederci davvero! Si avvaleva di spericolate contumelie, quali: “Galilei scemo! Galilei fa schifo alla Ragione! La Terra è piana e per le acque non può essere rotonda, sveglia!” E per convincere gli increduli , se ne usciva con sparate del genere: “Il sole lo vedete girare, cretini! Teste di zucche! Svegliatevi!”
Sfogava la sua rabbia contro quei due stupidi scienziati (Galilei e Copernico), scrivendo personalmente sui muri di mezza Milano, le sue teorie strampalate e affiggendo ovunque i suoi manifesti farneticanti. Aveva tappezzato persino i muri di fronte ai Licei e alle Università …. perchè i giovani dovevano sapere quali e quante falsità la scuola stava impartendo loro!
Al cambio di governo dopo la presa di Roma, cominciò a imbrattare i muri di Milano con «L’era fascista senza quella di Paneroni fa schifo»! Frase questa che, naturalmente, non fu molto bene accolta dal nuovo regime, per cui, diffidato e brutalmente minacciato, lo “invitarono a cambiare aria” e a tornare, per qualche tempo, nella sua Rudiano natia .
Era celebre per la frase: “la Terra non gira, o bestie!“, rivolgendosi accorato al suo pubblico che lo ascoltava sempre più numeroso …. “Astronomi stupidi, Galileo sbagliò! La terra non è vertiginosissima, ma piana, infinitissima e ferma, il sole piccolissimo (2 metri di diametro e una palla infuocata di 14 chilogrammi ) circola sopra, velocissimo (2000 km/h), non scende …. La terra non si muove e tanto meno è rotonda … se noi di notte fossimo proprio capovolti, il sangue dei piedi andrebbe alla testa, o bestie!, e si dovrebbe vomitare. … I pozzi dell’acqua non potrebbero tenervi dentro l’acqua e attingerla di notte non si farebbe fatica causa verrebbe estratta dall’alto”.
Parlando poi della distanza del Sole dalla terra ” è a mille chilometri di altezza …Chi ha misurato la distanza, è un balordo”
Scarsa stima anche per Newton
Anche Isaac Newton non era esene dagli strali del Paneroni. Secondo la sua opinione, Newton era un volgare ciarlatano. “Se ci fosse l’attrazione come si spiega che mosche e uccelli, così leggeri, possono distaccarsi dalla Terra e volare? Se le cose, dopo essere sollevate dal suolo, al suolo ricadono, è perché la Terra è piana e qui tutto si ferma”. Indimenticabile anche il ragionamento con cui Paneroni liquidava la pressione atmosferica. “La pressione non tiene in piedi un uomo. L’unica cosa che tiene in piedi un uomo è la salute. Difatti, una rivoltellata in testa e questo ruzzola gambe all’aria. La pressione è una cretineria!”
I simposi
Tornato, dopo qualche tempo a Milano, cambiò strategia … cominciò a seguire assiduamente simposi vari in ambito astronomico, non certo per imparare, ma per tentare di intervenire ed esporre le sue teorie. Non è chiaro cosa riuscisse a capire, di quanto raccontavano: con tutta probabilità, assolutamente nulla! Deve averne combinata qualcuna delle sue a Milano se, si arrivò addirittura al punto di metterlo in guardina per tutta la durata dei seminari in città, in modo che non potesse disturbare il regolare svolgimento dei lavori.
L’apoteosi del successo
A Genova, comunque, si realizzò il sogno della sua vita: ottenne il massimo della notorietà fra i suoi ‘colleghi’ scienziati! Essendo libero, perchè a Milano non c’era alcun simposio di quel tipo, scappò a piedi dalla città per andare a Genova dove aveva avuto notizia di un congresso che lo interessava. Il vantaggio era che lì nessuno ancora lo conosceva.
Non si sa bene come, riuscì ad intrufolarsi in una sala conferenze, ove si stava tenendo un simposio internazionale di astronomia che faceva al caso suo. Incredibilmente, ebbe lo spudorato coraggio di chiedere la parola per esporre, di fronte allo sbigottimento generale, un suo sistema infallibile, per misurare la distanza della Terra dal Sole: «Si prendono dei tubi, vi si infilano i raggi e poi non resterà che misurare la lunghezza dei tubi». Cacciato ovviamente in malo modo dal palco, ottenne comunque un grosso risultato: il suo nome divenne di uso corrente nel vocabolario verbale degli astronomi: C’est une paneronnade!
Ospite di un manicomio romano
Proprio quando era riuscito ad avere tanta notorietà e a farsi in tal modo, schiere di proseliti, una bella mattina del ‘38, si ritrovò a Roma, in manicomio. Cos’era successo? La polizia lo aveva evidentemente ‘attenzionato’! Fino ad allora lo avevano lasciato fare, ma poi doveva essere arrivato qualche ordine dall’alto che imponeva di farlo smettere …. La sera precedente a Milano, la forza pubblica era intervenuta, senza particolare motivo, ad uno dei suoi soliti comizi. Disperso l’assembramento degli ‘aficionados’ intorno a lui, gli agenti, lo avevano prelevato, portato in questura e spedito, con foglio di via, nella Capitale, “a riflettere”.
Confinato a Rudiano
Dopo tre mesi d’internamento nell’istituto psichiatrico, accertato dai medici che lo avevano in cura, che il soggetto Giovanni Paneroni era “effettivamente strano, ma del tutto innocuo”, venne rilasciato, con l’obbligo però, di dimora permanente a Rudiano, suo paese natale.
Poco male per lui: tutto sommato, il cielo di Rudiano non era molto diverso da quello di piazza Fontana a Milano!
Gli ultimi anni
Paneroni si fece ancora notare nel 1941, pubblicando “Primitive primizie di nuovo profondi studi di Geografia e Miteorologia” (Miteorologia non è un errore di scrittura!).
Poi, a differenza di quanto accadeva col Sole che, nelle sue teorie, non tramonta mai, il suo nome, dopo aver imperversato per oltre cinquant’anni, tramontò.
Nel 1943, fece ancora una delle sue ‘paneronate’ , scrivendo addirittura a Benito Mussolini, per chiedergli giustizia, in quanto tutto il mondo scientifico continuava ad osteggiarlo. Naturalmente, non ebbe mai risposta!
Nel 1948, demoralizzato per il poco credito che gli stava dando la scienza ufficiale, ebbe un ultimo sussulto di orgoglio. Rivolgendosi questa volta, al ministro della Pubblica istruzione, Guido Gonella, lo pregò di far adottare i suoi testi nelle scuole. Ma anche lì trovò muro, e fu tutto inutile.
Fece in tempo ad assistere alla nascita della teoria atomica che, comunque non lo colse di sorpresa. Per lui gli elettroni e i protoni erano nient’altro che fumo negli occhi per confondere le idee, pure invenzioni dei fisici: «Si tratta di polvere che si ferma sui mobili delle case e che le donne trascurano di spolverare»!
La morte
Morì il 2 gennaio 1950. Nel suo testamento lasciò alla moglie le sue carte geografico-astronomiche, dicendole che, un giorno, l’avrebbero resa ricca; agli astronomi, invece «che tanto male mi fecero ingiustamente», il suo perdono!
Senza alcuna ironia, i familiari gli dedicarono l’epigrafe che aveva sognato per tutta la vita:
“Astronomo Giovanni Paneroni, la moglie e i figli posero”.
Classe 1941. Laureato in ingegneria elettronica: triestino di nascita, milanese di adozione. L’interesse per la storia, l’arte e la natura, ha sempre destato la mia curiosità e passione, fin da giovane. Ora che non lavoro più, e posso dedicare maggior tempo ai miei hobbies, mi diletto a fare ricerche storiche sulla città, sui suoi costumi, sui suoi monumenti, su come viveva la gente, sugli aneddoti poco noti, sui personaggi che, in vario modo, hanno contribuito a rendere Milano, la città che è oggi, nota in tutto il mondo.
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