Il pranzo di Natale della tradizione milanese
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ToggleNatale è davvero vicinissimo, e tutti ormai siamo pronti con i nostri regali, i nostri addobbi e i nostri riti religiosi cristiani. Non bisogna però dimenticare che Natale è anche tradizione culinaria: la tavola natalizia è quella che riunisce tutta la famiglia, davanti a piatti prelibati. Le feste di Natale, perciò, sono in ogni caso, occasione per ritrovarsi. Ma come si mangia a Milano (e nei dintorni) a Natale? Chi legge il nostro blog e non ha origini milanesi forse non conosce diversi aneddoti e come è composta la tavola del pranzo meneghino. Ecco, allora, di seguito, tutti i dettagli.
La tradizione milanese non contempla la cena della Vigilia
Una prima curiosità culinaria, che potrebbe interessare chi legge, è che nella tradizione lombarda, in generale, ma milanese nello specifico, non viene contemplata la cena della Vigilia di Natale. Questa usanza, imprescindibile invece nelle regioni del Centro-Sud, e comunque portata avanti anche da molti milanesi, ha come spiegazione il fatto che la sera del 24 dicembre viene vissuta dai fedeli come una sorta di veglia fino alla mezzanotte, scattata la quale ci si reca in chiesa a pregare e poi a casa di amici per festeggiare con panettone e un bicchiere di bollicine. La vera festa è quella del 25 dicembre, cioè il giorno di Natale. Alcune famiglie scelgono di celebrare la tavola del pranzo, altre della cena. In ogni caso, ci si incontra, si scartano i regali e si mangiano pietanze tipiche. Vediamo quali.
Il menu del Natale milanese: antipasti, primo e secondo
Evitata dunque la cena di magro della Vigilia, ci si concede qualche peccato di gola in più. Il pranzo (o la cena) di Natale milanese è infatti molto sontuoso, con diverse portate: antipasto, primo, secondo, frutta e dolci. Come antipasti sulla tavola non possono mancare degli ottimi affettati (ad esempio il culatello di Zibello, coppa piacentina o salame lombardo). Accanto agli affettati si può trovare la giardiniera, un piatto di insalata russa, il patè di fegato di vitello in gelatina e, soprattutto, la mostarda. Non milanese, ma di tradizione cremonese o mantovana, questa “salsa” è stata adottata con successo sulle tavole del capoluogo lombardo, perché, con il suo gusto di frutta glassata e senape, aggiunge quel pizzico di sapore piccantino in più agli altri antipasti.
Dopo le entrées, ecco che si può passare al primo piatto. Il classico è ravioli di carne cotti in brodo di cappone. Le famiglie più tradizionali preparano i ravioli in casa, tirando la sfoglia e preparando il ripieno, altre acquistano questa pasta fresca nei pastifici specializzati in lavorazione a mano. Il brodo deve essere rigorosamente di cappone, per conferire leggerezza rispetto al ripieno di carne rossa e allo stesso tempo sostanza e sapore. A questo punto c’è chi si ferma ad un solo primo piatto, altri che preferiscono imbandire una vera tavola di lusso con il doppio primo piatto. In questo caso, il secondo primo piatto dovrà essere asciutto: quale soluzione migliore che un buon risotto allo zafferano oppure ai funghi porcini?
Ed eccoci al secondo piatto, ovviamente di carne. Anche qui, il cappone la fa da padrone: può essere arrosto, lesso, con ripieno di castagne o fettine di tartufo, e accompagnato da mostarda, meglio se di pere e zucca. L’importante è che la carne sia bella ricca e sugosa. Per far sì che ciò accada, il cappone viene servito con delle salse: “bagnett vert o bagnett ross“, salsa gialda o salsa minuta, e accompagnato con contorno di puré di patate cremoso e denso.
La frutta, i dolci e i vini
Successivamente si passa alla frutta, che può essere davvero di ogni tipo, dipenderà dai gusti dei commensali. Largo spazio, comunque, a mandarini e frutta secca, anche serviti in maniera scenografica ed allegra. Infine, il dolce che, ovviamente, se si vuole essere fedeli alla tradizione, sarà rigorosamente panettone milanese, con lievitazione lenta, canditi ed uvetta (leggi il nostro articolo in proposito). Il panettone, tagliato in fette, potrà essere servito con spruzzate di liquore Grand Marnier oppure crema al mascarpone. E per quanto riguarda i vini? Per gli antipasti un bel rosso novello fresco o frizzantino, mentre per il primo ed il secondo andranno bene dei rossi più decisi. I bianchi bollicine come uno spumante o un vino Moscato d’Asti andranno invece riservati al dolce.
Artista prestata all’imprenditoria digitale ideatore e direttore di Divina di Milano. Un progetto nato per l’amore per la mia città. Milano è ricca di storia e storie spesso poco note. Noi le portiamo alla luce e le divulghiamo anche grazie al mio lavoro di digital marketer.
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