Guida a sinistra 100 anni fa!
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ToggleIl rebus di Milano: destra o sinistra?
Oggi, siamo portati a dire che la guida a sinistra, sia una delle tante bizzarrie tipiche dei paesi anglosassoni, un modo per gli inglesi, per distinguersi dagli altri …. Quando poi si viene a scoprire che anche noi abbiamo fatto altrettanto, beh, allora … è forse il caso di approfondire meglio la cosa!
In effetti, a Milano, per più di cento anni dalla caduta di Napoleone, tutti i mezzi pubblici e privati, dovevano tenere la sinistra, cioè circolare contro mano rispetto ad oggi.
Come in tutte le cose, è solo questione di abitudine ovviamente, ma oggi fa specie, sentire che, anche da noi, cent’anni fa, vigeva l’obbligo della guida a sinistra. Perché mai?
Cerchiamo di capire quali siano state le ragioni storiche, politiche e tecniche, a giustificazione dell’usanza di tenere la mano sinistra, piuttosto che la destra o viceversa.
Perchè tenere la sinistra?
Esistono due motivazioni storiche risalenti al Medioevo:
1 – Difesa personale
Il tenere la sinistra, consentiva ai cavalieri a cavallo di essere pronti a sguainare la spada con la destra, in caso di attacco da parte di chi incrociavano lungo il loro sentiero.
2 – Editto papale ‘anti-ingorghi‘
Un antico editto del 1300, di papa Bonifacio VIII, imponeva l’obbligo, ai pellegrini che si recavano a Roma a piedi, di mantenere, sempre la sinistra. In occasione del primo Giubileo della storia della Chiesa, indetto dal Papa quell’anno, si prevedeva infatti una forte affluenza di pubblico in città. Questa regola era tesa a scongiurare i prevedibili giganteschi ingorghi di fedeli, alle sponde del Tevere, in prossimità del ponte di Sant’Angelo a Roma. Infatti, nell’intento di raggiungere l’antica Basilica costantiniana di San Pietro in Vaticano, (sorgeva al posto dell’attuale Basilica di San Pietro), la gente avrebbe dovuto attraversare proprio quel ponte. Era una regola dettata dal buon senso, disposizione che finì col diventare un’abitudine.
C’è anche una motivazione tecnica alla base della guida a sinistra.
I primi veicoli a motore, avevano tutti il freno (a mano) consistente in una lunga leva, collocato all’esterno del mezzo, sulla parte destra, (probabilmente un retaggio delle vecchie carrozze). Per poterlo azionare con la mano destra (più forte), necessariamente il posto di guida doveva stare a destra. Quindi il guidare tenendo la sinistra diventava una necessità. Nelle strade strette infatti, incrociando un altro veicolo, era molto più facile schivarlo, se entrambi rispettavano la propria sinistra.
Perchè tenere la destra?
La motivazione storica è abbastanza recente, ed è attribuibile alla Francia.
Gli aristocratici francesi, prima della Rivoluzione, erano abituati a tenere la sinistra quando si muovevano a cavallo o in carrozza. Anzi era loro abitudine, l’obbligare i contadini che incontravano lungo la loro strada, a spostarsi sulla destra, se non volevano essere investiti.
Nel 1792, Robespierre, convinse il popolo a ‘tenere la destra’, come atto di ribellione nei confronti della Chiesa. (Bonifacio VIII, nel 1300, aveva imposto, col suo editto, l’obbligo di tenere la mano sinistra, quando si camminava).
Con la caduta della Bastiglia, gli aristocratici, per passare inosservati in mezzo al popolo ed evitare problemi, si trovarono costretti, a ‘tenere la destra‘, durante i loro spostamenti.
Nel 1794, a Parigi, fecero una legge, in cui si stabiliva di ‘tenere la destra‘. Napoleone, essendo mancino, avallò la nuova legge, essendo evidenti i vantaggi a livello militare, che questa sua condizione, gli comportava. Con la conquista da parte sua, della maggior parte dell`Europa, impose ai vinti, e quindi anche al Lombardo-Veneto, la ‘circolazione a destra’.
La motivazione tecnica alla base della ‘guida a destra‘ è figlia dell’evoluzione tecnologica in campo automobilistico. Questa, nei primi decenni del XX sec. portò ad installare il freno di stazionamento, al centro dell’abitacolo del veicolo (com’è oggi), spostando di conseguenza anche il volante a sinistra (in modo che il freno a mano potesse essere sempre preso con la destra, più forte).
Guida a ‘destra’ sotto Napoleone
Come si è detto, Napoleone, come Re d’Italia, impose, fra le varie ordinanze, quella di ‘tenere la destra‘, nella circolazione dei veicoli. Non esistendo né automobili, né mezzi su rotaia, la disposizione aveva unicamente impatto su carrozze e carri a trazione animale. Quindi, all’epoca, guidare a destra o a sinistra, non creava grossi problemi.
Guida a ‘sinistra’ dopo Napoleone
Dopo la caduta di Napoleone nel 1814, il Lombardo Veneto ricadde sotto il Governatorato austriaco. Di conseguenza, si tornò alle vecchie abitudini, riprendendo a ‘tenere la sinistra’ , come si si era sempre fatto prima dell’arrivo della ‘tornado francese’. Né le cose cambiarono dopo il 1861, con il nuovo Regno d’Italia sotto i Savoia. In tutte le province italiane, si lasciò lo ‘status quo’, almeno fino agli inizi del 1900. Cioè fra i vari piccoli stati prima dell’unificazione, c’era chi, alla caduta di Napoleone, aveva optato per mantenere le innovazioni da lui apportate in termini di sistema decimale, di circolazione stradale ecc. e chi invece aveva voluto cancellare ogni ricordo del suo passaggio. Le cose cominciarono a mutare invece, all’inizio del XX secolo, subito dopo l’assassinio di Re Umberto I, e con l’avvento dell’era dell’automobile.
Il Regio Decreto del 1901
In seguito all’aumentato traffico veicolare, si cominciò a sentire la necessità di un regolamento. Un regio decreto del 28 luglio 1901, firmato da Re Vittorio Emanuele III, autorizzò ogni provincia italiana, a scegliere autonomamente , la direzione di marcia dei veicoli, nell’area di propria competenza.
In Italia, quindi, grazie a questo ‘folle decreto’, si teneva a volte la sinistra, a volte la destra, in funzione della provincia dove si andava. Questo era il risultato della politica “decido di non decidere”, tipica dei Savoia. Assurdo, ma vero! Pensate cosa succederebbe, se oggi si optasse per una disposizione simile! Sarebbe un auto-scontro continuo, passando da una provincia all’altra!
Ma a Milano era ancora peggio ..
Grazie al ‘permissivismo’ tutto nostrano della polizia locale, in centro città, lì dove c’era il controllo, si guidava rigorosamente a sinistra. Subito fuori dal centro, invece, dove il controllo scarseggiava, il rispetto delle regole diventava aleatorio. Poiché la sorveglianza era molto meno capillare, la periferia diventò presto, terra di nessuno: c’era chi viaggiava a destra, chi a sinistra, chi a caso.
Quindi, anche se il traffico era molto scarso o addirittura inesistente rispetto ad oggi, non era affatto semplice destreggiarsi fra le strette strade di periferia, incrociando qualcuno. Spesso la prepotenza di chi era alla guida, la faceva da padrona, in barba a tutte le regole più elementari. Gli incidenti erano frequentissimi, i contenziosi pure, per cui le uniche ‘categorie’ a beneficiare di questa situazione, erano i carrozzieri e gli avvocati!
Assurde conseguenze del decreto
Quindi, grazie al decreto reale, studiato per non far torto a nessuno, la confusione, alla fine, regnava padrona!
Vittorio Emanuele III capì, a più di vent’anni di distanza, di quanto disastrose fossero state, fino ad allora, le conseguenze del suo primo provvedimento.Durante il periodo bellico 15-18
(Fra l’altro, durante la guerra 1915-18, sembra fosse emerso che, durante lo spostamento di truppe al fronte orientale, il decreto del 1901, fosse stato responsabile di centinaia di morti fra i soldati italiani, falcidiati dalle mitragliatrici austriache, a causa di una tragica ‘incomprensione di guida’, manifestata dagli autisti di due colonne motorizzate di soldati.
Sfortuna volle, che due colonne provenienti da diverse province, che avevano optato l’una per la guida a destra, l’altra per la guida a sinistra, s’incrociassero nella stessa strada di montagna. Ovviamente, nel tentativo di districarsi dalla situazione incresciosa, rimasero bloccati in una imboscata, preda del fuoco nemico
Il Regio Decreto del 1923
Il 12 dicembre del 1923, Il Re emanò pertanto, un secondo Regio Decreto in materia, che impose, a tutte le province del Regno d’Italia, in ottemperanza a quanto già esistente in Francia e Germania, l’adozione della ‘mano destra unica’. Accordò ai grandi Comuni una proroga di due anni, perchè fosse approntata la nuova segnaletica e riadattate allo scopo, tramvie e mezzi pubblici locali vari.
A Roma, il cambio di senso di marcia ufficiale avvenne il 20 ottobre 1924, A Milano, viceversa, si perse molto più tempo per adeguarsi alle nuove norme e ii fu l’ultima città in Italia, il 3 agosto 1926. ad adottare la ’mano destra unica’ .
Perchè Milano fu ultima?
L’adeguamento del grosso parco di vetture tramviarie urbane ed extraurbane (il Gamba de Legn), parco mezzi rotabili era molto più numeroso di quello di Roma. Era necessario modificare una ad una, tutte le vetture, aprendo nuove porte sulla fiancata opposta di ogni mezzo. Bisognava poi provvedere all’adeguamento della linea aerea e alla diversa movimentazione degli scambi ecc.
Milano inoltre, nel 1925, sperimentò pure il primo impianto semaforico in Italia. novità assoluto per l’epoca. Oggi la cosa fa sicuramente sorridere, ma allora, la concomitanza fra l’attivazione del primo semaforo, e il cambio del sistema di guida da sinistra a destra, scombussolò non poco le abitudini dei guidatori e dei pedoni milanesi. Non oso pensare a quanti furono i pedoni coinvolti in incidenti stradali, solo nel primo mese di applicazione delle nuove norme!
Classe 1941. Laureato in ingegneria elettronica: triestino di nascita, milanese di adozione. L’interesse per la storia, l’arte e la natura, ha sempre destato la mia curiosità e passione, fin da giovane. Ora che non lavoro più, e posso dedicare maggior tempo ai miei hobbies, mi diletto a fare ricerche storiche sulla città, sui suoi costumi, sui suoi monumenti, su come viveva la gente, sugli aneddoti poco noti, sui personaggi che, in vario modo, hanno contribuito a rendere Milano, la città che è oggi, nota in tutto il mondo.
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