Antica Farmacia di BRERA
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ToggleDal lontano 1812, ha sede, in Via Fiori Oscuri n° 13, l’Antica Farmacia di Brera. E’ la più antica di Milano, ancora ‘teoricamente’ custode di tutto il misterioso sapere del mestiere degli speziali. E’ situata nel cuore di Brera, a due passi dall’Accademia delle Belle Arti. Se non fosse per la targa a Carlo Erba, alla sinistra dell’ingresso, la farmacia passerebbe quasi inosservata …
La prima spezieria di Milano
Furono i Gesuiti a fondare la spezieria, nel 1591. Erano subentrati nella casa di Brera, edificio appartenuto precedentemente agli Umiliati, ordine che Carlo Borromeo soppresse nel 1571, per ordine di Papa Pio V. La casa si trovava sulla stessa strada, poco più avanti, sull’altro lato della via,
Nella seconda metà del XVII sec., mentre, di fianco alla spezieria, Francesco Maria Richini stava realizzando un grandioso palazzo, destinato ad ospitare il collegio della compagnia di Gesù (l’Istituto di studi superiori dei Gesuiti), i padri Giovanni Cometti, illustre chimico e Pellegrino Minuzzi speziale, stavano studiando dei nuovi preparati che l’avrebbero resa famosa. Nel giro di qualche anno, divenne rinomata per i suoi rimedi a base di erbe, le pillole di Brera (medicamento lassativo), il Rosolio dei Gesuiti (Elisir di China) e l’Elettuario antiepilettico (una densa miscela di principi attivi, polveri, parti ed estratti vegetali impastati con dolcificanti)
Nel 1699, Padre Giovanni Cometti ottenne dai suoi superiori di poter condurre in proprio, la Spezieria e di goderne gli utili derivanti dalle vendite dei suoi prodotti, a condizione però, che i medicamenti fossero distribuiti gratuitamente ai poveri della città.
Dopo la soppressione dell’ordine dei Gesuiti nel 1773, da parte di papa Clemente XIV, il loro palazzo divenne di proprietà pubblica, mentre la farmacia, grazie alla sua notorietà in città, riuscì a sopravvivere ancora per un quarantennio. Anzi, l’anziano padre Ignazio Panzi, che la prese in carico, riuscì, facendosi aiutare dal suo allievo Andrea Castoldi, ad incrementare l’attività.
Il periodo d’oro
Panzi lo istruì talmente bene che, quando Castoldi subentrò al suo maestro nel 1795, iniziò il periodo d’oro dell’Officina Farmaceutica. L’attività di preparazione dei medicinali, ormai conosciuti ovunque, andava a gonfie vele. Tra i suoi clienti, fra l’altro, c’era anche la famiglia reale (Eugenio di Beauharnais figlioccio di Napoleone).
Nel 1777 era nata l’Accademia di Belle arti, voluta da Maria Teresa d’Austria. Il successivo ampliamento dell’attività didattica della scuola, comportò la necessità di nuovi spazi. Nel 1812, Castoldi subì lo sfratto dai locali che usava per la sua spezieria. In seguito a questo, riuscì a trasferire l’attività nelle case sull’altro lato di Fiori Oscuri ai numeri 11-13, cioè nella sede attuale.
I primi passi di Carlo Erba
Nel 1837, lo affiancò nell’attività, un giovane collega di Vigevano, il ventiseienne Carlo Erba, fresco di laurea in farmacia a Pavia che, aiutandolo nella preparazione dei medicinali, recepì i segreti e le conoscenze del più anziano collega.
In questa farmacia, Carlo Erba, intuendo che l’erboristeria stava per essere superata dalla chimica, si dedicò ad una serie di ricerche e sperimentazioni varie. Fu lui che si dedicò alla preparazione del chinino, del tamarindo, di sali di ferro contro le anemie e del purgante di magnesia.
La crisi del settore
Se, sotto la direzione di Andrea Castoldi, la spezieria aveva conosciuto una fase di sviluppo e di floridezza, quando Carlo Erba ne assunse la guida, la farmacia, in Italia stava attraversando un momento di crisi piuttosto marcata.
Lo stesso Erba, individuava nella mancanza di moderni laboratori di ricerca, uno dei principali motivi di debolezza dell’attività farmaceutica in Italia, venendo a mancare qualunque collegamento fra chimica e scienze mediche, filoni questi, entrambi in forte sviluppo in quegli anni.
Il primo laboratorio farmaceutico
Nel 1853, Carlo Erba affiancò alla farmacia, il primo laboratorio farmaceutico in Italia. Lo dotò di nuove apparecchiature, fra cui un generatore di vapore ed altri strumenti, per la preparazione in serie dei medicinali. Il successo commerciale fu tale, che, nel 1867, aprì uno stabilimento alla periferia di Milano, destinato a diventare la più grande industria chimico-farmaceutica d’Italia, appunto la ‘Carlo Erba‘.
I bombardamenti del 1943
I bombardamenti dell’agosto del 1943, non risparmiarono la farmacia, che andò parzialmente distrutta.
Annessa ad essa, vi era una biblioteca di circa duemila volumi (preziosa testimonianza di studi ed esperimenti fatti nel passato), Per fortuna si salvarono dalla distruzione e sono attualmente conservati alla biblioteca Braidense.
La farmacia fu ristrutturata e messa in grado di riprendere l’attività: purtroppo, oggi rimane ben poco dell’antico splendore di questo luogo: solo dei mobili antichi ed alcuni vasi d’epoca.
L’attività al passo con i tempi
Negli anni 70, probabilmente a causa della scarsa liquidità, l’Antica Farmacia di Brera vendette buona parte dei suoi brevetti, per cui, da allora. smise la produzione dei suoi medicinali di punta, quali le famose pillole di Brera ad azione lassativa, e la pomata contro i reumatismi.
Attualmente si è particolarmente specializzata nella dermo cosmesi, nella nutrizione, nell’omeopatia, nella fitoterapia, nella veterinaria e nei prodotti per la cura dei bambini
Classe 1941. Laureato in ingegneria elettronica: triestino di nascita, milanese di adozione. L’interesse per la storia, l’arte e la natura, ha sempre destato la mia curiosità e passione, fin da giovane. Ora che non lavoro più, e posso dedicare maggior tempo ai miei hobbies, mi diletto a fare ricerche storiche sulla città, sui suoi costumi, sui suoi monumenti, su come viveva la gente, sugli aneddoti poco noti, sui personaggi che, in vario modo, hanno contribuito a rendere Milano, la città che è oggi, nota in tutto il mondo.
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