Angelo Rizzoli
Sommario
ToggleUno che dal nulla, creò un impero
Angelo nacque a Milano il 31 Ottobre 1889, da una famiglia poverissima. Non vide mai suo padre, Angelo Rizzoli, ciabattino analfabeta, che si suicidò nel cimitero di Musocco tre mesi prima che lui nascesse. Ne ereditò solo il nome.
Conobbe, assieme alle sorelle maggiori, (Antonietta Eva ed Andreina Elisa), l’angoscia della povertà e della miseria.
La madre, Giuditta Tamborini, malata di cuore e costretta a frequenti ricoveri in ospedale, non riusciva, col solo lavoro di stiratrice e portinaia, a sfamare la famiglia.
Lei fece l’impossibile per lui …. Lo mise dapprima, nella scuola elementare di via Santo Spirito, tra i bambini ricchi. Con questi però non riusciva a legare (“era la madre che lo tosava, e questa differenza di taglio di capelli coi bambini ricchi, lui la notava e ne soffriva”). Poi, maturati i requisiti d’età, venne preso a otto anni, nel 1897, in quella piccola Harvard milanese degli orfani, i Martinitt (antica istituzione che ha soccorso generazioni di orfani e meno abbienti), sito a Porta Vittoria.
Conseguita, nel 1900, la licenza elementare, fu avviato, a undici anni, al mestiere di operaio tipografo. Questa professione, gli permise di raggiungere l’autosufficienza economica, consentendogli di tornare, nell’ agosto del 1906, a vivere in famiglia.
I primi passi da tipografo ‘imprenditore’
Dopo aver trovato impiego, prima come fattorino di tipografia, poi come operaio presso Alfieri e Lacroix, nel 1909 avviò con un socio, Pietro Pizio, una modestissima officina. Cominciò a fare fortuna, grazie all’intuizione di stampare cartoline commemorative della guerra di Libia.
Amava raccontare lo stesso Angelo, ai collaboratori, ricordando i suoi primi passi da ‘imprenditore’:
la tipografia era in un piccolo scantinato di via Cerva a Milano. Bisognava ovviamente attrezzarla … Dando fondo a tutti i miii risparmi di operaio e indebitandomi per i successivi cinque anni, acquistai a rate una linotype (piccola macchina da stampa), che mi permettesse d’iniziare la nuova attività. Per trasportarla in via Cerva, da dove l’avevo acquistata, caricai la linotype sul pianale di un triciclo e spingendolo a mano, mi avviai a piedi verso l’ufficio.
Strada facendo, una delle due ruote anteriori del triciclo cedette sotto il peso eccessivo del carico, facendo inclinare pericolosamente il pianale, col rischio di rovesciare il prezioso acquisto.
Se la linotype fosse finita per terra, addio sogni di gloria … di me, Angelo Rizzoli, non si sarebbe, probabilmente, mai parlato! Per come mi ero indebitato per acquistarla, la mia carriera sarebbe finita prima ancora di iniziare! Così continuai a piedi, spingendo faticosamente a mano il triciclo, con tutto il suo carico ..…
Con l’aumento del lavoro e delle commesse, la tipografia si trasferì da via Cerva a via Anfossi e infine in via Broggi. Non si trattò solo di ampliamento dei locali per l’aumentato numero di macchinari e la conseguente assunzione di operai, ma soprattutto di miglioramento qualitativo e quantitativo della produzione.
Si creò una famiglia
Lavorando per conto di varie tipografie, e stampando biglietti da visita e cartoncini pubblicitari, conobbe Anita Marzorati (1890-1976) detta Anna, figlia di uno dei tipografi con cui collaborava. Si sposò col lei nel 1912 e fu l’unica compagna della sua vita. Da lei ebbe tre figli: un maschio, Andrea (1914-1983) e due femmine, Pinuccia (1916-2005) e Giuditta (1918-1930).
Andrea lo avrebbe reso nonno di Angelo, detto Angelone (1943-2013), Alberto (1945-2019) ed Annina (1956 – unica Rizzoli ancora vivente).
Pinuccia, sposata nel 1940 con Mimmo Carraro, medico, avrebbe dato al padre, un solo nipote Nicola (1942 – produttore cinematografico, sposato dal 2006 con Mara Venier conduttrice TV )
Servizio militare
Allo scoppio della prima guerra mondiale, fu richiamato nell’esercito, come conducente di ambulanze. Per sua fortuna, vi restò poco e fu congedato già nel 1917, prima ancora della fine del conflitto.
La prima acquisizione di testate
Tornato a Milano, riprese la sua attività di tipografo. Lavorando nel campo, le sue attività vennero favorite anche dal rapporto di amicizia che instaurò con Calogero Tumminelli, direttore editoriale dell’Istituto Giovanni Treccani. Essendo pure titolare della casa editrice d’arte «Bestetti e Tumminelli», lo introdusse nel campo dell’editoria.
Tumminelli gli suggerì di rilevare alcuni periodici di proprietà Senatore Borletti, (proprietario de ‘la Rinascente’), ma gestiti da un giovane tipografo di Verona, un certo Arnoldo Mondadori … Non avendo raggiunto gli obiettivi di tiratura editoriale previsti, Borletti intendeva cedere il tutto. Così, nel 1927, Angelo Rizzoli, dopo aver fondato la sua nuova casa editrice a Milano, rilevò (per ben 40.000 lire dell’epoca), le testate di quattro periodici di Borletti: Il Secolo Illustrato, La Donna, Comoedia e Novella. Trattandosi di riviste di un certo prestigio, lui seppe rilanciarle, dando loro una nuova veste grafica. Ne enfatizzò il carattere popolare, grazie all’introduzione della stampa in rotocalco, che permetteva la riproduzione di immagini, su carta non patinata.
I primi volumi e le collane
Nel 1929, Angelo, trasformò l’azienda in ‘società di capitali’, col nome di “Rizzoli & C. anonima per l’arte della stampa”. Aprì una nuova sede, a dimensione industriale, in piazza Carlo Erba, (dove resterà fino al 1960). Quello stesso anno iniziò la pubblicazione del primo libro, Storia del Risorgimento di C. Spellanzon . Seguì, poi, una consistente commessa pubblicitaria per i grandi magazzini La Rinascente, seguita a ruota dalla commessa per la stampa dell’Enciclopedia Italiana (1929-37). Fu poi la volta dell’uscita di diverse collane di libri tra cui, I classici Rizzoli, le Grandi opere illustrate Rizzoli, i Classici dell’arte, la Biblioteca d’arte Rizzoli. In collaborazione con Larousse, pubblicò pure l’Enciclopedia Universale in 15 volumi. Inoltre, dette alle stampe collane di narrativa italiana e straniera, quali La scala, Sidera, Zodiaco, Narratori moderni, I nostri umoristi, oltre a Saggi, Biografie, libri per ragazzi, manuali di divulgazione ecc.
I periodici
Nel 1930, Novella diventò un periodico femminile, incontrando subito notevole successo. Le riviste femminili dell’epoca, infatti, avevano anche uno scopo pedagogico: alle giovani donne della classe borghese, veniva fornita una sorta di educazione, e un immaginario a cui attingere, attraverso gli articoli.
La Rizzoli riorganizzò le altre testate acquisite, e s’impose al grande pubblico con altre riviste come Omnibus, Bertoldo, Lei, Oggi, Annabella, Candido e L’Europeo.
I bombardamenti del 1943
Il 13 agosto del 1943, in una incursione di bombardieri inglesi su Milano, una bomba incendiaria centrò lo stabilimento di piazza Carlo Erba. Per un puro caso, non esplose! Produsse ugualmente danni ingenti a parte dell’edificio ma le macchine per la produzione si salvarono!
Constatata personalmente l’entità dei danni, dopo lo sgomento iniziale, Angelo non si perse d’animo. Il giorno stesso fece chiamare architetto e capomastri per ordinare la ricostruzione, nonostante l’ondata di bombardamenti su Milano non fosse ancora finita.
Nel dopoguerra, (1949) vi fu un’altra iniziativa libraria di enorme successo: i libri della collana BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), classici venduti a prezzi popolari.
La produzione cinematografica
Cominciò ad interessarsi pure alla produzione cinematografica, come diretta conseguenza delle sue attività nel campo dei periodici di intrattenimento. Se ne occupò, finanziando società di produzione e di distribuzione delle pellicole (Rizzoli film e Cineriz). Fra le varie produzioni, celeberrime sono: La dolce vita (1960) e 8½ (1963) di Federico Fellini, e L’eclisse (1962) di Michelangelo Antonioni . Fra gli altri film più famosi, quelli legati alla serie di Don Camillo e Peppone, Deserto rosso, Giulietta degli spiriti e diversi altri.
Le iniziative benefiche
Nel 1951, Angelo Rizzoli mise a disposizione la sede dell’Istituto grafico Bertieri di Milano (acquisito nel 1940), per la creazione di una scuola per l’insegnamento delle arti grafiche, istituto che, oggi, porta il suo nome.
Sensibile alle vicende di Marzabotto che, durane la guerra, colpirono tante famiglie del posto, cercò di aiutare la popolazione. Acquistò nel 1954, la Cartiera di Lama di Reno (presso Marzabotto), pesantemente danneggiata dai bombardamenti, con obiettivo di farla diventare la cartiera del gruppo, capace di fornire la carta per tutto il suo l’impero editoriale. Diede così l’avvio a massicci investimenti, per trasformare la cartiera in uno degli stabilimenti più moderni in Italia. Fece assumere 500 dipendenti fra la gente del posto, costruendo, pure, delle case per le maestranze, per un totale di 120 appartamenti.
Il periodo di Ischia
L’amico di famiglia, Piero Malcovati, (insigne medico ginecologo e ricercatore di rimedi contro la sterilità femminile), convinse Angelo Rizzoli a investire nell’industria idrotermale e turistica, così nacque il prestigioso complesso alberghiero della Regina Isabella a Lacco Ameno nell’isola d’Ischia.
Simpatico, in proposito, l’episodio raccontato da Angelo Rizzoli, di come Malcovati lo coinvolse nell’investimento sulle Terme.
Nel 1950, Piero Malcovati, prendendo spunto da una pubblicazione di Pietro da Eboli (vissuto alla Corte Sveva, in cui accennava al Bagno della Solfatara che fecondava le donne sterili e al Bagno di Silvia che curava le affezioni ginecologiche), fondò con altri, la Società Pitecusa. Questa, rilevò le vecchie Terme Regina Isabella di Lacco Ameno, con l’intenzione di riportarle a nuova vita. I lavori per le nuove terme richiesero più denaro del previsto, e Malcovati si trovò in difficoltà economiche, rischiando di non riuscire a realizzare il suo sogno.
Essendo il ginecologo della famiglia Rizzoli, pensò di chiamare Angelo per sottoporgli il suo problema. Non riuscendo a contattarlo a Milano perchè in giro per lavoro, chiese alla sua segretaria di riferire ad Angelo che aveva urgenza di parlargli. Rizzoli, informato della richiesta, temendo che sua moglie covasse una grave malattia, chiese di vederlo subito.
Non appena si incontrarono, Rizzoli, guardandolo negli occhi, gli disse: “Professore, mi dica tutto, non mi nasconda nulla“. Naturalmente i timori vennero subito fugati e Rizzoli : “ero così felice in quel momento che qualsiasi cosa mi avesse chiesto gliela avrei data“……. “mi ci ha trascinato perché altrimenti avrei perso l’amico prima e i soldi poi, ed io non sono un perdente“.
Il rilancio turistico dell’isola
Nella Ischia degli anni Cinquanta, l’editore milanese trasformò le località di Lacco Ameno e Casamicciola in centro termale e turistico di livello internazionale. Si impegnò nel ramo immobiliare e alberghiero, sostenendo il rilancio turistico dell’isola, attraverso articoli e pubblicità sulle proprie riviste. Non mancò di eternare le bellezze dell’isola, attraverso i suoi film: ‘Vacanze a Ischia’ di Camerini (1957), ‘Appuntamento a Ischia’ di Mario Mattoli (1960) ed ‘Ischia operazione amore’ di Vittorio Sala (1966).
Ischia divenne meta preferita dello star system internazionale. Tra le tante personalità che visitarono l’isola ricordiamo gli attori Clark Gable, Liz Taylor, i reali inglesi, i Duchi di Windsor e l’ultimo scià di Persia, Mohammad Reza Pahlavi.
Il nuovo ospedale
Angelo fece pure costruire l’ospedale, l’unico dell’isola, inaugurato nel 1962, regalandolo al paese e dedicandolo alla moglie Anna Rizzoli.
Il grande stabilimento editoriale
Nel 1960, l’editore trasferì tutte le attività in un nuovo grande stabilimento editoriale, in via Civitavecchia, (l’odierna via Angelo Rizzoli), nella periferia orientale di Milano (zona Cascina Gobba).
Il sogno che non riuscì a realizzare
Desiderando realizzare un sogno cui pensava da tempo, avviò nel 1962, il progetto di un nuovo quotidiano nazionale d’informazione a grande tiratura, con direttore Gianni Granzotto. Si sarebbe dovuto chiamare, “Oggi”, con sottotitolo “Il quotidiano di domani”.
L’obiettivo del progetto era molto ambizioso: il giornale sarebbe dovuto arrivare in edicola alle 6 del mattino ovunque in Italia, a Milano come a Palermo, a Trieste come a Taranto. Dopo oltre tre anni di lavoro e di simulazioni però, il progetto svanì, non essendo stato ritenuto favorevole il rapporto costi benefici. I tempi, purtroppo, non erano ancora maturi. Angelo non vedrà mai la realizzazione del suo sogno, che verrà invece esaudito dai suoi figli, nel 1974, con l’acquisto da parte della Rizzoli, del Corriere della Sera.
Le onorificenze
In riconoscimento dei suoi meriti imprenditoriali, ottenne varie onorificenze:
Commendatore, nel novembre del 1931
Cavaliere del Lavoro nel maggio del 1936
Grande Ufficiale nel dicembre del 1952
Chevalier de la légion d’honneur nel settembre 1953 – su proposta dell’allora ministro degli Esteri francese
Cavaliere di Gran Croce nel dicembre del 1965
Conte nell’aprile del 1967 dall’ex re d’Italia Umberto di Savoia, in esilio a Cascais.
La sua scomparsa
Angelo Rizzoli morì, non ancora ottantunenne, in una clinica milanese il 24 settembre 1970, probabilmente in conseguenza di un tumore alla cistifellea. Fu sepolto nella Cappella di famiglia, al Monumentale ed iscritto al Famedio.
Il «Corriere della Sera» pubblicò due pagine intere di necrologi, fatto mai accaduto prima. Questo ad indicare la stima che, anche la ‘concorrenza’, nutriva nei confronti del ‘commenda’!
Classe 1941. Laureato in ingegneria elettronica: triestino di nascita, milanese di adozione. L’interesse per la storia, l’arte e la natura, ha sempre destato la mia curiosità e passione, fin da giovane. Ora che non lavoro più, e posso dedicare maggior tempo ai miei hobbies, mi diletto a fare ricerche storiche sulla città, sui suoi costumi, sui suoi monumenti, su come viveva la gente, sugli aneddoti poco noti, sui personaggi che, in vario modo, hanno contribuito a rendere Milano, la città che è oggi, nota in tutto il mondo.
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