L’omm de preja (o Scior Carera)
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ToggleStatua … misteriosa! Chi mai sarà?
Passando in Corso Vittorio Emanuele, all’altezza del n. 13, è visibile questa statua. Non è facile notarla perchè a differenza di altre, è quasi nascosta essendo sistemata ‘stranamente’ sotto i portici, a ridosso delle vetrine di un megastore. Se non ci si passa proprio davanti, è facile che sfugga anche all’occhio più attento.
E’ “l’Omm de preja” (l’uomo di pietra): forse, questo monumento meriterebbe maggior notorietà e considerazione. visto che non è una statua ‘anonima’, bensì rappresenta un ‘pezzo’ di storia patria!
E’ una statua in marmo, databile al III secolo (così dicono gli ‘esperti’), priva di braccia e ‘vestita’ con una tunica romana piuttosto ricca. La testa, sembra, non sia pertinente e fu aggiunta in epoca altomedioevale, quando la scultura venne ‘riciclata’ (il riciclo era già una pratica nota ai tempi!), per ‘ricordare’ qualcuno.
Che si tratti di Adelmanno?
C’è chi attribuisce il monumento a un certo Adelmanno, morto nel 956. Adelmanno (appartenente alla nobile famiglia dei Menclozzi), fu, per la cronaca, arcivescovo di Milano fra il 948 e il 953 d.C..
Sembra, e qui il dubbio è d’obbligo, che la statua, se attribuibile all’arcivescovo, gli sia stata dedicata, avendo lui avuto il grande merito di aver sempre difeso, durante l’esercizio della sua funzione pastorale, i diritti della plebe contro i potenti.
O … piuttosto di Cicerone?
A dire il vero, tuttavia, questa ipotesi è stata contestata da diversi storici posteriori. Non sto qui ad elencare i nomi sconosciuti dei possibili soggetti identificabili in quella statua. Ne basta uno solo per tutti, notissimo, ed è questa, la tesi circolata per tutto l’Ottocento e oltre. Potrebbe trattarsi di Marco Tullio Cicerone che, fonti dei Beni Culturali asseriscono, sia stato a Milano in veste di pretore, attorno al 67 a.C..
E’ una ‘statua parlante’
Personaggio aulico a parte, la cosa però più intrigante di questa statua, sta in una frase scritta sulla lapide ai piedi della scultura, frase che recita così: ‘ ….. fu per Milano quello che per Roma era la statua di Pasquino’.
Chi era questo ‘Pasquino’?
E’ la più celebre ‘statua parlante’ di Roma, divenuta figura caratteristica della città, fra il XVI ed il XIX secolo.
Ai piedi di quella statua, o intorno al suo collo, vi era chi appendeva nottetempo, per non essere scoperto, dei fogli anonimi contenenti satire in versi, dirette a farsi beffe dei personaggi pubblici più in vista. Erano le cosiddette “pasquinate”, dalle quali emergeva, non senza un certo spirito di sfida, il malumore popolare nei confronti del potere e dell’arroganza dei suoi rappresentanti. Molto spesso erano presi di mira i papi che, notoriamente, oltre al potere spirituale, esercitavano pesantemente quello temporale.
Poiché questa statua era evidentemente ‘scomoda’, diversi furono i tentativi per eliminare dalla circolazione. Papa Adriano VI, ad esempio, (ultimo discusso papa “straniero” prima di Giovanni Paolo II), durante il suo breve e controverso pontificato (1522-1523), tentò di disfarsene, ordinando di gettarla nel Tevere. Decisione questa, che venne bloccata all’ultimo momento, su suggerimento della Curia che intravide possibili pericoli in conseguenza di tale gesto.
Addirittura altri, fecero vigilare la statua giorno e notte da guardie, ma le ‘pasquinate’ apparvero ugualmente ancora più numerose, non più lì, ma ai piedi di altre statue, in giro per Roma.
Papa Benedetto XIII, evidentemente esasperato da questa, che era diventata un’usanza, emanò un editto che garantiva la pena di morte, la confisca e l’infamia a chi si fosse reso colpevole di ‘pasquinate’. …
Questa statua era il ‘Pasquino’ milanese
Quindi sembra certo che, al pari di quanto avveniva a Roma, a Milano succedesse altrettanto, soprattutto sotto la dominazione straniera (austriaca in particolare), durante la quale, spesso si manifestava il malcontento della gente e c’era sicuramente motivo di frequenti rancori e lamentele.
Sembra, così cita l’epigrafe, che la statua, fosse posta in corrispondenza dell’inizio dell’attuale via San Pietro all’Orto, davanti alla chiesa di San Giorgio al Pozzo bianco, chiesa che, con la pesante ristrutturazione di tutto il quartiere intorno al Duomo, è stata demolita nel XIX secolo.
In origine, questa statua era senza piedestallo, quindi facilmente si prestava alla apposizione (ai suoi piedi o sul collo) di bigliettini e messaggi satirici, da parte degli ‘arrabbiati con le autorità’. Evidentemente, per evitare questi abusi, diventati un’abitudine quotidiana, nel gennaio del 1832, la statua fu posta in posizione rialzata da terra.
Ai suoi piedi, si può vedere incisa la seguente epigrafe in latino:
«CARERE DEBET OMNI VITIO QVI
IN ALTERVM DICERE PARATVS EST»
Cioè tradotto dal latino, significa …
«Deve essere privo di ogni vizio chi
si appresta a criticare un altro»
La prima parola ‘CARERE’ è all’origine del nome ‘Scior Carera’, che i milanesi hanno affibbiato alla statua.
Perchè rappresenta un pezzo di ‘storia patria’?
La storia, generalmente. riporta le conseguenze di una guerra o di una rivoluzione…. non racconta quasi mai quale sia stato il futile episodio che abbia scatenato l’inferno …. Il 1848, lo conosciamo tutti come l’anno delle Cinque Giornate di Milano.
Lo sciopero del fumo
Su questa statua (L’omm de preja), fu appeso, il 1° gennaio 1848, il famoso manifesto per lo “sciopero del fumo” (fumo dei sigari in particolare)! La parola d’ ordine dei liberali e dei patrioti, ormai insofferenti del governo austriaco, era di iniziare la resistenza e la lotta per l’ indipendenza della Lombardia, usando la non-violenza, cercando di creare però il maggior danno economico possibile alle finanze dell’ imperial-regio governo. La misura fu colma, quando il governo austriaco decise di imporre un’ennesima tassa sul tabacco e sui sigari.. Così il 1° gennaio 1848 ed i giorni successivi, i milanesi attuarono rigorosamente lo sciopero del fumo dei sigari, innocente scintilla che, con sei morti e cinquantatre feriti, fu il prologo delle Cinque Giornate di Milano e subito dopo, dell’incendio di mezza Europa.
“L’omm de preja” è un simbolo milanese dello sberleffo contro il potere!
Classe 1941. Laureato in ingegneria elettronica: triestino di nascita, milanese di adozione. L’interesse per la storia, l’arte e la natura, ha sempre destato la mia curiosità e passione, fin da giovane. Ora che non lavoro più, e posso dedicare maggior tempo ai miei hobbies, mi diletto a fare ricerche storiche sulla città, sui suoi costumi, sui suoi monumenti, su come viveva la gente, sugli aneddoti poco noti, sui personaggi che, in vario modo, hanno contribuito a rendere Milano, la città che è oggi, nota in tutto il mondo.
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